Le recensioni di Connessioni Letterarie
Purtroppo l’estate volge al termine, ma se si vuole approfittare di questi ultimi scampoli di libertà per leggere un libro divertente, appassionante e scanzonato e conoscere un personaggio talmente vivido da poter accompagnare le proprie giornate, posso proporre il libro che ha accompagnato le mie giornate di quest’estate: Zia Mame.
Il romanzo è firmato da Patrick Dennis, e nelle prime pagine si scopre che il piccolo personaggio di cui si racconta la vicenda dall’infanzia ha lo stesso nome: si crea l’impressione che il romanzo sia un’autobiografia e che si possa prestar fede di veridicità a quanto si racconta.
Peccato che il nome dell’Autore sia uno pseudonimo di Edward Everett Tanner III, ma effettivamente il gioco funzionò, all’epoca della pubblicazione dell’opera, nel 1955: molti credettero che i personaggi descritti avessero esistenza propria e che gli eventi fossero realmente accaduti.
A tal punto, infatti, è riuscita la costruzione dei personaggi del romanzo, in particolare della protagonista che dà il titolo all’opera, ma che divide il ruolo di comprimaria con Patrick, il ragazzino, poi uomo maturo, che racconta le vicende in prima persona, da quando perde il padre a circa dieci anni e viene così affidato alle cure di una zia che non ha mai visto, fino a quando diventa uomo e forma una sua famiglia.
Il romanzo percorre le vite di questi due personaggi: burrascosa e imprevedibile quella di Mame, inevitabilmente legata a quella di sua zia, anche nel tentativo di salvarla dai guai in cui spesso si mette, quella di Patrick. Dopo la perdita del padre, quest’ultimo, bambino, si lega presto alla zia, che ha un carattere amabile e affascinante, e così la vede impegnarsi in varie occupazioni per guadagnare qualche soldo – anche se non ne aveva bisogno – durante la crisi del 1929, senza ottenere successi, spostarsi da New York negli Stati del Sud al seguito del marito, dove vive rocambolesche avventure, dedicarsi alla letteratura scrivendo la propria autobiografia, un progetto in seguito abbandonato.
Intanto Patrick cresce, finisce le scuole all’odiato collegio St. Boniface, mentre zia Mame è impegnata ad assistere la sua ex segretaria, messa incinta dal suo ex agente editoriale, frequenta il college, parte come volontario per il fronte africano durante la Seconda guerra mondiale, ma ferito torna in America dove deve assistere la zia nella gravosa missione umanitaria di accudire sei terribili bambini rifugiati dall’Inghilterra. In seguito zia Mame, desiderosa di vedere suo nipote con moglie e figli, gli cerca una compagna, ma anche in questa occasione finisce più per fare danni che per portare aiuto a Patrick.
Nell’ultimo capitolo il flusso dei ricordi si interrompe e si torna al presente: Patrick è sposato, ha un figlio che si chiama Mike, come suo padre, e rivede zia Mame di ritorno da un viaggio in India. Mike non ha mai conosciuto zia Mame e il loro incontro ripete molti elementi del primo contatto tra Patrick stesso e quella che sarebbe diventata la sua matrigna. Un bel finale, che chiude il racconto in una struttura circolare.
Il titolo porta giustamente l’attenzione sul personaggio femminile che muove le fila del romanzo: se Patrick ha un ruolo e uno spazio importanti, dati anche dal fatto che è lui il narratore interno, dalle pagine si staglia maggiormente la figura di zia Mame. Costei è un vero e proprio turbine, imprevedibile, incostante e volubile, ma allo stesso tempo fortemente determinata nei suoi piani, che solo a volte riescono, lasciandola invece spesso in strade senza uscita da cui Patrick si incarica di tirarla fuori. Le situazioni che si trova ad affrontare sono sovente comiche: indimenticabile, in particolare, è la scena del suo debutto in teatro, che coincide con il termine della sua carriera, accanto alla sua migliore amica Vera Charles, di cui finisce per rovinare lo spettacolo perché i rumorosi campanelli del suo bracciale si impigliano nel vestito dell’amica, determinando esilaranti movenze nella nostra Mame.
Mame è un personaggio eclettico: cambia atteggiamento e modo di vestire nel giro di qualche anno e a seconda delle circostanze, passando da dama giapponese a matrona degli Stati del Sud, dalla mise da intellettuale a sofisticata aristocratica degli Stati del Nord degli USA, fino alle tendenze indiane. Pare continuamente recitare una parte sul palcoscenico della vita, che è anche l’accusa che Patrick le rivolge ad un certo punto del racconto. Ma di zia Mame si finisce per affezionarsi fin dalle prime pagine, in cui si trova forse il miglior giudizio, valido e incontrovertibile, espresso su questo figurino indimenticabile di donna dal nipote: «Zia Mame aveva un fascino caotico, ma leggendario».
Oltre agli eventi raccontati, il libro è avvincente anche – e forse soprattutto – per il modo in cui è scritto. Lo stile è colloquiale, amichevole – viene proprio da dire friendly, all’inglese –, si abbassa alla nota comica, all’ironia e perfino al popolare e al gergo. In molti punti sembra che il narratore stia tenendo un dialogo proprio con chi legge, e questo aiuta nel coinvolgimento emotivo. Il romanzo è poi impostato sui dialoghi tra i personaggi, senza i quali il suo edificio cadrebbe. I dialoghi servono anche a caratterizzare e a farci conoscere direttamente e meglio i personaggi e le loro psicologie, attraverso il loro modo di esprimersi.
Questa costruzione rende il ritmo del racconto veloce e avvincente, quasi irresistibile: a volte non si riesce a interrompere la lettura e si prosegue inevitabilmente sulla scia delle avventure e del resoconto di Patrick, entrambi molto divertenti. Non è difficile, infatti, ridere tra una pagina e l’altra, specialmente nella prima parte del romanzo.
Se mi doveste chiedere un difetto, però, io lo indicherei in alcuni riferimenti al mondo sociale americano della prima parte del secolo scorso, che, se potevano essere colti più o meno al volo dal pubblico americano degli anni ’50, a noi richiedono una conoscenza ben maggiore dei fenomeni popolari in quel periodo. Così molte indicazioni, anche di sfumatura ironica, vanno inevitabilmente perse.
Il bilancio della lettura resta comunque decisamente positivo, e se non avete più tempo per questa estate, l’invito di lettura è valido per la prossima.
Lorenzo Paradiso
Titolo: Zia Mame
Autore: Patrick Dennis
A cura di: Matteo Codignola
Anno: 2009
Pagine: 380
Editore: Adelphi