Le recensioni di Connessioni Letterarie
Il tempo della guerra azzera tutte le categorie e le abitudini di vita che conosciamo, avvia una sorta di “tempo sospeso” in cui si inaugurano regole nuove, per lo più impostate sul semplice istinto di sopravvivenza. Ma l’uomo ha una memoria che non si può azzerare facilmente, anche in tempo di guerra non può fare a meno di pensare al passato, soprattutto se presenta delle questioni in sospeso. La guerra, quindi, può essere vissuta attraverso il filtro delle proprie vicende private? È quanto ha tentato di descrivere Beppe Fenoglio con uno dei suoi romanzi più famosi, Una questione privata.
Il racconto segue da vicino i movimenti di Milton, un partigiano badogliano, tra le colline delle Langhe, nei pressi di Alba e Canelli – le stesse zone delle storie narrate da Pavese. All’inizio, lo vediamo nella casa di campagna di Fulvia, la ragazza di cui è segretamente innamorato: lei non si trova lì, scampata a Torino per evitare il clima della lotta partigiana, ma Milton ha modo di parlare con la sua donna di servizio, che gli rivela una relazione nemmeno troppo velata fra la ragazza e Giorgio, amico di entrambi, giovane molto più attraente e atletico del particolare protagonista, il quale ha le caratteristiche del giovane intellettuale attratto dalla cultura inglese e americana contemporanea, pertanto atipico. A questo punto l’orizzonte di pensiero di Milton si concentra quasi esclusivamente sulla determinazione a conoscere precisamente quali siano stati i rapporti fra Giorgio e Fulvia; guerra e guerriglia partigiana passano in secondo piano a fronte della sua “questione privata”.
Milton parte alla ricerca di Giorgio, che appartiene alla sua stessa divisione, ma l’incontro con lui si rivela più complicato del previsto. Infatti si viene a sapere che Giorgio è stato catturato dalle milizie fasciste. Milton decide quindi per una misura rischiosa e difficile: dovrà catturare a sua volta un soldato fascista da usare come merce di scambio per riottenere Giorgio. L’obiettivo si sposta perciò su un altro “oggetto del desiderio”, un uomo che diventa strumento per ottenerne un altro.
Milton riesce a catturare un ufficiale fascista, ma dopo non molto tempo lo perde, ucciso da un colpo di pistola dello stesso protagonista, che sconsideratamente gli spara per fermare un suo tentativo di fuga. Avendo perduto l’unico mezzo che gli poteva permettere di ottenere la liberazione dell’amico-rivale, Milton si aggira per le campagne piemontesi dirigendosi verso i luoghi della sua squadra di combattimento, deciso inoltre a ritornare a casa di Fulvia per chiedere ulteriori chiarimenti alla donna di servizio.
Ma quando è ormai in vista del casolare, Milton cade in un’imboscata di soldati fascisti, si volta indietro e prende a correre disperatamente – notevole il fatto che nelle ultime righe del romanzo il suo personaggio assuma caratteristiche animalesche, ad indicare la perdita progressiva della razionalità umana.
La narrazione di Fenoglio adotta uno schema piuttosto in voga in quel periodo storico fra i prodotti letterari, un narratore in terza persona ma con un punto di vista interno alla storia, coincidente con quello del protagonista: il lettore ha così modo di osservare le vicende raccontate come le vede Milton, diventando così più coinvolto dalla storia narrata. Bisogna però sottolineare che l’ottica utilizzata è quella di un personaggio piuttosto atipico, diciamo marginale nel panorama della lotta resistenziale. Milton è infatti un giovane intellettuale, diverso dalla maggioranza dei suoi compagni partigiani, che provengono dalle fila del popolo e spesso non godono di un’istruzione curata. Questo aspetto segna la diversità del protagonista e finisce per isolarlo, e della solitudine del protagonista si hanno nel racconto molte prove, a cominciare dal fatto che egli svolge la sua missione da solo. Milton diventa così l’ennesima incarnazione di una figura ben nota al romanzo novecentesco, quella dell’intellettuale isolato dal resto della società e leggermente inetto, declinata però ai tempi della Seconda Guerra mondiale e della guerra civile in Italia. Milton ha inoltre alcune caratteristiche autobiografiche, cioè comuni allo stesso Scrittore, come la formazione sui testi della narrativa anglo-americana.
L’opera – che si pone sul confine fra racconto lungo e romanzo breve – è ambientata, come si è detto, nel Basso Piemonte. I luoghi e soprattutto gli itinerari di Milton sono descritti con attenzione topografica, a tal punto che possiamo seguire i movimenti del protagonista su una cartina delle Langhe. L’ambiente, oltre ad avere questa connotazione fortemente realistica, ne assume però anche una simbolica, rivestita più che altro dalle condizioni atmosferiche in cui si svolge il racconto. Gli spazi sono costantemente caratterizzati da pioggia battente, vento oppure una nebbia tanto densa da opprimere i personaggi che vi si spostano attraverso. Milton è costretto a muoversi in una natura ostile, frequentemente nel fango e in fiumi dalla corrente torbida, che egli deve guadare.
Un’ultima considerazione riguarda il finale. Senza voler anticipare più di quanto già fatto, al termine del romanzo si ha un’impressione di non finito, di non decidibilità sulla chiusura della vicenda di Milton, tanto da far nascere il sospetto, in alcuni critici, che l’opera non fosse stata terminata. Ma non vogliamo togliere al lettore il piacere della lettura di questo romanzo breve-racconto lungo, a volte amaro, tagliente e doloroso, scritto con una lingua decisa, diretta e tutta improntata alla sensorialità delle immagini rappresentate.
Lorenzo Paradiso
Titolo: Una questione privata
Autore: Beppe Fenoglio
Anno: 2006
Pagine: 129
Editore: Einaudi