Le recensioni di Connessioni Letterarie
Muovendosi in camere buie che nascondono pensieri torbidi e una felicità solo apparente, i giovani protagonisti delle storie di “Queste stanze vuote” sembrano spinti dal desiderio di scoprire cosa si cela dietro porte chiuse e bianchi muri silenziosi. In sette racconti che sono allo stesso tempo stanze indipendenti e tasselli di una struttura più grande, i personaggi del libro, divisi tra fragilità, vuoti difficili da colmare e la forza di ciò che può germogliare anche al buio, vengono colti nel momento decisivo della loro storia, nell’attimo in cui scoprono che “essere adulti vuol dire essere soli. (M. Maestrello)
Crescere dentro, crescere fuori è un rito di passaggio. Massimiliano Maetrello, con il suo testo Queste stanze vuote, racconta sette riti di passaggio da un’età per lo più adolescenziale a una adulta. Sette passaggi per sette racconti, chiusi e conclusi in se stessi eppure fratelli l’uno all’altro, perché in tutti vi è il filo sotteso della illusione e della delusione con cui ogni essere umano deve scontrarsi per imparare a vivere – o se volete per imparare a morire.
Il lettore incontra di stanza in stanza i personaggi del testo e li incontra sempre nel momento cruciale della loro maturazione, quando la vita di dopo non sarà mai più quella di prima: ecco che, allora, sfilano grandi temi, la droga, l’amicizia, la solitudine, l’omosessualità, il lavoro, la vita della provincia, tutti trattati senza giudizi di valore. La narrazione di Maetrello non ha intenti etici, ha solo lo scopo di disegnare vite in cui i fatti accadono e trasformano, non necessariamente in positivo o in negativo, l’esistenza, come a voler dire che vivere è sempre come saltare nel buio, nel proprio e in quello di chi ci cammina affianco.
Il libro si apre con i ragazzi della prima stanza, tre diciottenni il cui impegno quotidiano è il consumo di sostanze stupefacenti. Ogni giorno per loro è identico fin quando il padre di uno di loro resta mutilato in seguito a un grave incidente sul lavoro. Nella stanza successiva c’è Luca, bambino sorridente e vitale, che, nell’estate dei mondiali ’90, in un albergo sul mare scopre il sesso e la relazione clandestina del padre con un’amica. Ancora si narra, nella quarta stanza, il ritorno al paese natio di un ragazzo vissuto all’estero: il protagonista si rende conto che la sua vera casa è quel paese sperduto di pianura. Storia di ritorno è anche quella di Mirco, il ragazzo omosessuale della quinta stanza, che torna a casa con il proprio compagno, dove lo aspetta un padre che non ha mai accettato la sua identità e la sua vita.
Protagonista della sesta stanza è una ragazza per cui diventare donna è scoprire che suo padre tradisce sua madre e che questa è incapace di reagire. Chiude il testo la storia di un omicidio che scuote la tranquillità di un paese di provincia e che anni dopo si ricollegherà a un fatto che coinvolge quattro ragazzi del luogo.
Percorrendo queste stanze incontriamo amori perduti, incomprensioni e incomunicabilità, tradimenti degli affetti familiari e crudeltà, desideri, illusioni e delusioni. Ogni volta si presentano con lo stesso assioma: quando la vita si riempie di consapevolezza, l’anima si svuota perché siamo tutti soli davanti al destino dei nostri giorni.
Maria Mancusi
Autore: Massimiliano Maestrello
Titolo: Queste stanze vuote
Editore: La Gru
Anno: 2014