La spettacolarizzazione può creare l’appeal anche nel mondo dei libri. Sempre più spesso ormai per frontaggiare la crisi e attirare lettori si associano alle presentazioni di libri reading, concerti, festival di lettura e musicali. Una nuova formula che in alcuni casi può risultare vincente.
A Chicago nel 2009, l’artista burlesque Michelle L’Amour e il suo compagno Franky Vivid hanno messo a punto una performance Naked Girls Reading che prevede la lettura di testi da parte di donne nude, accompagnata da dibattiti sul testo. Le lettrici si esibiscono con acconciature, accessori e trucchi burlesque. Vari sono generi rappresentati: si va dalle storie dark, alle favole, passando per volumi un tempo proibiti.
La performance è arrivata a Londra nel 2011 dove la regina del burlesque reading è Sophia St. Viller che in un’intervista al Daily Mail ha dichiarato:
«Il commento più frequente che mi capita di sentire è che, trascorsi dieci minuti, molti dimenticano che siamo nude, perché vengono catturati dalla storia».
Un reading che suscita stupore, perplessità. È chiaro che questo tipo di performance attira lettori incuriositi più dalle donne senza veli che dalla lettura in sé, ma rappresenta un modo diverso di vivere un reading. Sicuramente il bourlesque aggira il pericolo della volgarità ma non elimina il rischio della mercificazione del corpo femminile come strumento per aumentare l’affluenza del pubblico.
Prescindendo dall’approvazione o meno del genere, l’associazione tra letteratura e performance può essere una formula vincente per aggiungere valore all’esperienza della lettura. Sarebbe meglio però inventarsi nuove attrattive senza usare il corpo femminile come oggetto.
Tonia Zito