Le recensioni di Connessioni Letterarie
Studente di letteratura spagnola, scrittore di poesie, racconti e cantautore, Alejandro Torreguitart Ruiz è nato all’Avana nel 1979. Pubblica romanzi soprattutto all’estero con piccole case editrici in quanto non è considerato uno scrittore in linea con il “pensiero unico” del governo cubano; nel suo paese si limita a scrivere cose “innocue” per qualche rivista.
In La marina del mio passato è attraverso gli occhi degli sconfitti che l’autore ci racconta la storia di Cuba nel periodo speciale. Una storia di disillusioni e sogni infranti che per un breve frangente sembrava potessero diventare realtà.
Scivola via come una barchetta sul mare questa piccola storia di un piccolo uomo che per tutta la vita ha faticato e vissuto nella sua piccola e splendida isola. Siamo a Cuba, durante il periodo speciale, e Ramon è ormai un vecchio pescatore che abita una casa vuota e silenziosa davanti al mare, nella baia dove ha trascorso tutta la sua vita e da dove ha visto la Storia lasciare i suoi segni, a partire dalla sua prima scuola di pesca che oggi è un resort di lusso per ricchi turisti che di lui e della sua marina ignorano l’esistenza.
In realtà Ramon alla rivoluzione ha preso parte in prima persona, ma ci spiegherà, davanti a una bottiglia di rum scadente e un sigaro di contrabbando, che lui a quelle idee non ha mai creduto. Si è trovato a combattere per necessità, in fuga da una condanna a morte. Tuttavia ricorda i giorni sulla Sierra come quelli che lo hanno fatto diventare uomo e pensa che, nonostante tutto, siano stati importanti e che lui è “pur sempre uno che ha contribuito a farla quella maledetta rivoluzione e, anche se non ci ho mai creduto, mi brucia dover dire che ha fallito.”
E adesso che non è più un combattente e non è neanche più un padre, perché le figlie sono ormai lontane, è soltanto un vecchio pescatore che passa i giorni sulla sua barca a motore, in quel mare che è il compagno della vita, di cui conosce i segreti e al quale racconta i suoi ricordi, facendoseli rimandare come una eco, in un ritmo cadenzato e costante che imita il tornare delle onde.
Ma la memoria non è come la sua barca, non si fa manovrare e ogni tanto va a pescare nei ricordi più belli e dolorosi che sono quelli della sua vita con il suo grande amore Clara, che ora non c’è più e che è stata l’unica cosa alla quale abbia mai realmente creduto.
È una storia semplice quella di Ramon, e semplice e delicato è lo stile di Torreguitart Ruiz che ce la racconta in un continuo incatenarsi di metafore con il mare, che giorno dopo giorno consuma il corpo del vecchio pescatore cosi’ come lenta e inesorabile agisce su di lui la vita. Quella vita che gli scivola addosso come la sua barca scivola sulle onde. Onde che vanno e vengono come le immagini del suo passato. La vita di Ramon è ormai vuota, fatta dell’essenziale e affacciata sui ricordi, come vuota ed essenziale è la sua casa di legno affacciata sul mare.
Gli rimangono i suoi sigari fatti con le foglie di scarto, le partite a domino alla caffetteria della marina, le poche parole scambiate con un vecchio amico la sera al ritorno dalla pesca, sorseggiando un rum che altro non è che alcol puro tagliato con acqua e zucchero, ma che va più che bene per mandare giù i pensieri senza che facciano troppo male.
E il mare è suo complice, il suo migliore amico. Ramon sa che l’accompagnerà per il resto dei suoi giorni. Fino alla fine si faranno compagnia. Fino a quando tra le onde il pescatore si perderà. Ma “non ci si perde mai in mare” (“Il vecchio e il mare” H. Hemingway) e, nell’ultimo abbraccio con le sue acque, Ramon ritroverà finalmente il suo amore perduto.
Emanuela Cristo
Titolo: La marina del mio passato
Autore: Alejandro Ruits
Anno: 2003
Editore: Nonsoloparole Edizioni