Volti sconvolti, sorrisi, sguardi amari, ricordi custoditi, passi, cari scomparsi, disperazione, innocenza, speranza, luce che annuncia una vita migliore.
Sono gli scatti di Greg Beals, il foto-giornalista americano che ha deciso ha deciso di raccontare su Instagram, attraverso il suo profilo @therefugeeroad, la vita dei profughi nel campo Zaatari, il secondo campo più grande del mondo e quinta città per numero di abitanti in Giordania. In pochi mesi @therefugeeroad ha raccolto 88.000 followers ottenendo un numero impressionante di apprezzamenti e commenti per ogni foto pubblicata.
Il fotoreporter, che ha collaborato con numerose testate di rilievo Newsweek, Guardian, Al Jazeera, Cnn e Foreign Policy, attualmente lavora per l’Unhcr, l’Alto commissariato Onu per i rifugiati, per raccontare la vita di coloro che sfuggono alla guerra e alla povertà.
Il suo intento è mostrare la fragilità degli esseri umani e l’unicità dell’esistenza di ciascuno attraverso la fotocronaca dell’esodo siriano.
Quando il progetto è iniziato ogni giorno circa 4.000 persone attraversavano la frontiera siriana per arrivare in Giordania o andare in Libano. Gli scatti cercano di restituire il percorso di queste persone, le sofferenze, i sogni le speranze di chi è alla ricerca di nuovi scenari di vita. Le foto di Beals restituiscono umanità a persone troppo spesso trattate dai media come semplici numeri che passano da un territorio all’altro dimenticando la tragedia che nasconde la scelta di varcare il confine.
Instagram ha permesso al giornalista di condividere le storie dei rifugiati, mostrando il percorso, le tracce della sopravvivenza, le speranze scritte sui loro volti. Attraverso il social network Beals è riuscito a collegare esperienze diverse sensibilizzando gli utenti, dando loro la possibilità di comprendere l’esistenza di chi purtroppo non vive molto lontano da noi ma è costretto a lottare tutti i giorni per sopravvivere.
Tonia Zito