Perennemente connessi attraverso smartphone, tablet, il concetto di spazio e tempo si modifica.
Se ieri vivere in città differenti poteva rappresentare una distanza insormontabile, oggi con le nuove tecnologie, con gli strumenti che portiamo con noi ogni giorno, con la connessione a portata di mano le distanze spazio-temporali sembrano annullarsi.
Le conseguenze sono notevoli a più livelli: dal punto di vista privato diventa più facile gestire una relazione a distanza. Di qualunque natura essa sia, di amicizia o d’amore, oggi è possibile sentirsi più vicini attraverso applicazioni di messaggistica istantanea. Basta digitare e con un semplice invio si condividono emozioni, foto, video. Un modo per vivere il nostro spazio quotidiano con chi non vive a quattro passi da noi. Certo la distanza non si annulla, sarebbe decisamente meglio vedersi da vicino, ma sicuramente ci si sente meno lontani.
Analizziamo questo aspetto da un altro punto di vista, quello dell’organizzazione del lavoro. Ieri il telelavoro era difficile da gestire, oggi con gli strumenti che ci offre il Cloud Computing si ha la possibilità di accedere agli archivi condivisi con un semplice click. Basta munirsi di un account e una password il gioco è fatto.
La condivisione di documenti diventa estremamente semplice con programmi di cloud computing come Dropbox, Box e SugarSync. Questi software offrono un servizio di file hosting e sincronizzazione dei file tramite web. Il servizio, disponibile anche come applicazione per i device mobili, consente non solo di avere sempre a disposizione i propri documenti e di accedervi in qualunque momento e da qualsiasi posto del mondo attraverso un dispositivo dotato di connessione, ma permette anche di avere delle cartelle condivise con altri utenti. Se si sta lavorando a un progetto da città distanti diventa semplice accedere all’archivio dei dati. Il passaggio dei file è immediato. Il servizio è estremamente utile per l’archiviazione di documenti chiusi che non necessitano di ulteriori modifiche.
Quando invece vogliamo avere la possibilità di lavorare alla scrittura di un testo, alla stesura di un foglio di calcolo o a una presentazione, e sentiamo la necessità di avere il file aperto sempre a portata di mano possiamo affidarci a Google Drive. Si tratta di un servizio di storage on line che permette sia l’hosting dei nostri file che la creazione ex novo dei documenti. Il servizio, utilizzabile sia tramite browser che attraverso l’applicazione omonima installata sul proprio dispositivo, permette di modificare i file in qualunque momento. Non è necessaria la connessione per poter accedere al file, è possibile modificarlo senza connessione impostandolo come disponibile offline.
Anche in questo caso è prevista la condivisione, l’aspetto più utile, a mio avviso, in quanto consente a più persone di lavorare contemporaneamente a uno stesso documento senza la necessità di scambiarselo continuamente dopo aver effettuato le modifiche.
Simile ma utile soprattutto per la creazione di note è Evernote. Spesso capita di sentire la necessità di appuntare il nome di un film, il titolo di un libro, o ancora viene voglia di memorizzare la locandina di uno spettacolo teatrale, lo screenshot di un sito. Evernote permette di conservare tutte queste informazioni sotto forma di appunti, è possibile persino registrare una nota video. Le note, divise in taccuini, sono facilmente recuperabili attraverso i tag a esse associati. La condivisione è possibile sia per le singole note che per interi taccuini, la versione base, però, ne permette la sola visualizzazione senza possibilità di modifica da parte della community.
Si tratta di un servizio molto accurato che ha progettato applicazioni per note specifiche come quelle culinarie e quelle grafiche
Per gli appunti culinari è stata creata un’applicazione ad hoc Evernote food, uno spazio per memorizzare i propri piatti preferiti, le ricette, i ristoranti da esplorare e provare, per le note grafiche e gli schizzi è stata sviluppata Skitch.
Questi strumenti permettono di lavorare a un unico progetto persone che non vivono nella stessa città.
Cambia il concetto stesso di lavoro che si svincola dal luogo fisico dell’ufficio per svolgersi nello spazio virtuale della rete. Non è più necessario essere vicini nello spazio per sviluppare un progetto comune. Basta solo avere le idee chiare e possedere gli strumenti giusti per essere virtualmente vicini, per lavorare fianco a fianco pur non occupando scrivanie attigue.
Certo non è possibile estendere questo discorso a tutti i settori lavorativi, sicuramente può riguardare il settore dei servizi, in cui lo scambio di documenti e file è all’ordine del giorno ma, senza dubbio, non può coinvolgere i settori industriali dove la produzione deve necessariamente avvenire in uno spazio fisico.
Nell’ultimo periodo ho ringraziato tutti i giorni chi ha inventato il Cloud Computing, potenziandolo nelle sue varie forme. Se non ci fosse e se ci fossero strumenti accessibili per sviluppare progetti a distanza oggi Connessioni Letterarie non sarebbe qui. La redazione lavora da città diverse e non vive della community. In un contesto dove per esigenze di tempo e spazio non si può creare un progetto in uno luogo fisico comune avere la possibilità di svilupparlo in uno spazio virtuale diventa essenziale.
Oggi attraverso questi software è possibile spostare la redazione dall’ufficio allo spazio virtuale.
Si può pensare alla stesura di un testo a più mani anche a distanza: diventa semplice per chi lavora con la scrittura confrontarsi su una bozza, su una traduzione, intervenendo direttamente sul testo condiviso attraverso note e commenti.
Grazie a questi strumenti una pausa, uno spostamento da un posto all’altro, il viaggio in metropolitana possono essere essere momenti utili: per fare brainstorming in chat, per leggere un testo che qualcun’altro ha scritto a 2000 chilometri di distanza da te, per confrontarsi con chi lavora con te.
Anche l’idea di questo articolo è figlia delle infinite possibilità del nuovo “lavoro mobile”. È, infatti, nata in treno, durante uno postamento dall’ufficio al dottore, mentre in chat pianificavo con una collega le uscite della settimana successiva e gli argomenti da trattare negli articoli futuri.
Il brainstorming in treno: la sola possibilità di farlo mi ha fatto riflettere su una serie di questioni.
Quali saranno le conseguenze dell’always connected sul concetto stesso di lavoro?
Possiamo immaginare lo spostamento delle redazioni da uno spazio fisico a uno spazio virtuale, dove diventa immediato non solo il confronto ma anche la scrittura di un testo a più mani?
Possiamo parlare di una “digitalizzazione” del lavoro?
In un contesto dove l’intera filerà editoriale si sta modificando come conseguenza della rivoluzione del digitale si può pensare a un cambiamento strutturale del concetto stesso di redazione?
Tonia Zito