A fine anno o a inizio anno, dipende dai punti di vista, si fanno dei bilanci. Proviamo in questa sede a farlo con i libri e la lettura. Le statistiche di quest’anno, ahinoi, sono infelici. Penultimi in Europa per il numero di libri letti in un anno, gli italiani sono un popolo di scrittori ma non di lettori. Tutti hanno un manoscritto nel cassetto, ma pochi leggono, comprano o regalano quelli pubblicati. Leggere, insomma, oggi come oggi, sembra quasi un fenomeno d’altri tempi, perché no, una rivolta. Lo scorso anno in un saggio, “Chi legge oggi in Italia”, edito da Laterza, il professor Solimene affermava che su uno zoccolo duro di tre milioni e mezzo di lettori forti, cioè coloro che leggono in media un libro al mese, si concentra la produzione di 60.000 titoli all’anno. Una proporzione spaventosa. Verrebbe da chiedersi – anzi forse è una provocazione per il futuro – perché tante scuole di scrittura – fenomeno in voga e assai pernicioso, in quanto restituisce l’idea che tutti possano scrivere – e non di lettura? Bisognerebbe imparare a leggere. Magari cominciando dai libri più letti di questo 2013.
Al primo posto troviamo “E l’eco rispose”, la favola di Khaled Hosseini. Un testo che esplora l’amore quello familiare, e i molti modi in cui i membri delle famiglie alimentano, feriscono, tradiscono, onorano, e si sacrificano l’uno per l’altro.
“Inferno” di Dan Brown si è assicurato la seconda posizione, mentre al terzo posto torna un italiano, Roberto Saviano, che con il suo “Zero Zero Zero”, un testo che spiega i traffici internazionali di cocaina, ha venduto mezzo milione di copie.
Il 2013 sarà ricordato anche per l’arrivo a valanga dei libri su papa Francesco.
Un caso letterario è il giovanissimo svizzero, Dicker Joël, che con il suo giallo da 780 pagine, “La verità sul caso Herry Quebet” ha incantato i lettori di mezzo mondo. Fuori dal podio, ma nella top ten troviamo Fabio Volo con “La strada verso casa” e l’inossidabile Sveva Casati Modigliani. Inoltre quest’anno, complice la trasposizione cinematografica, hanno trovato posto tra i libri più venduti classici come “Il grande Gatsby” di F. S. Fitzgerald e la trilogia fantasy “The Hunger Games”.
Insomma libri per tutti i gusti, ma gusti di pochi. C’è da sperare nel 2014? Probabilmente no. I libri soprattutto quelli di carta sono destinati a diventare sempre più un prodotto di nicchia, complice i costi di produzione e il prezzo al pubblico. Bisognerà aspettare la svolta digitale e la cyber generazioni del futuro…
Maria Mancusi