Le recensioni di Connessioni Letterarie
Ho ucciso Bambi, una tragica storia di bullismo femminile, un viaggio nella mente, nei pensieri, nelle emozioni di una ragazzina insoddisfatta, arrabbiata, senza riferimenti e prospettive per il futuro.
Il ritratto di due adolescenti come tante, Silvia e Debora, devastate, profondamente fragili e insicure, con un passato difficile alle spalle, problemi familiari, problemi alimentari che ripiegano nella droga e nella musica per sopperire alle loro mancanze. La storia di due studentesse che si trasformano in assassine spinte dalla rabbia, dal senso di abbandono, dalla solitudine, dal senso di inadeguatezza, dalla noia, dall’odio per la vita, dall’invidia della serenità altrui portando panico e terrore nel loro liceo, nel cuore di Roma.
La prima a cadere in questo perfido piano è Eleonora, una ragazza di Milano da poco trasferitasi a Roma che da subito è entrata nel mirino delle perfide compagne. La strage viene messa a punto da Silvia per eliminare la ragazza perfetta, bella, ricca che da qualche mese è entrata a far parte della sua classe.
La situazione scappa di mano e le ragazze finiscono per andare ben oltre la lista pattuita.
Il testo si apre con la vigila della strage, nel giorno in cui le due folli ragazzine definiscono i dettagli del terribile spettacolo che hanno deciso di mettere in scena. La trama si sviluppa attraverso i pensieri e gli stati d’animo di Silvia, che passo dopo passo aiuta a comprendere il contesto socio familiare che ha scatenato questa tragedia. Silvia si è persa quando la madre l’ha addandonata e il padre ha deciso di trascurarla, quando si fatta la prima canna, quando ha iniziato a divertirsi sparando davanti al computer, quando ha scelto Eleonora come capo espiatorio della sua infelicità.
Il punto di forza del testo, ben scritto ed estremamente verosimile, è l’introspezione dettagliata dei pensieri dei protagonisti, non solo delle due carnefici ma anche delle vittime che sopravvivono alla strage, che sono costrette ad andare avanti nonostante tutto, a vivere senza avere la possibilità di cancellare quanto è successo quel funesto lunedì.
Lo stile è chiaro, semplice, funzionale alla storia e ai protagonisti della vicenda. Una nota fuori dal coro, rispetto alla coerenza e e alla forza narrativa del testo, sono le citazioni di canzoni che aprono ogni capitolo, che rendono il resto più vicino a un pubblico adolescenziale che a un pubblico adulto.
Un testo che invita a non deresponsabilizzarsi di fronte a eventi folli cui talvolta si è costretti a essere protagonisti, un invito a non restare indifferenti rispetto ai segnali che le persone che ci circondano inviano con il loro comportamenti. Un monito a non chiudersi nei propri problemi personali, a non lasciar correre perché l’indifferenza, l’egoismo, rendono complici nello sviluppo di eventi tragici.
Dove erano i genitori di queste ragazze quando Silvia e Debora prendevano la pistola e uscivano di casa? Dove erano i docenti quando hanno progettato di uccidere? Possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Io vi chiedo di essere vigili e attenti nelle scuole, di non chiudere gli occhi davanti a episodi allarmanti. Non vorrei più sentire la parola bullismo, non vorrei più sentire descrivere minacce e piccoli furti come se fossero bravate, episodi goliardici. […] Possibile che i giovani continuino a drogarsi senza che nessuno faccia niente, che i ragazzi si picchino per pochi spiccioli, che si odino perchè una ha le scarpe con il tacco alto e si trucca e l’altra invece sceglie di camminare con le scarpe da ginnastica? Ma che razza di mondo è? Possibile che debba ancora sentire di parlare di ragazzi offesi per un colore diverso della pelle? Possibile che bande di adolescenti si accaniscano a prendere in giro il più debole, gli rubino la paghetta, si mettano a bruciare dei fogli in classe solo per riprendere tutto con il cellulare e finire con il video su Youtube? […] Io vi scongiuro di fare attenzione. Quando chiudiamo gli occhi davanti a tutto questo siamo già colpevoli. Io vi vhiedo di fare un passo indietro signori genitori e signori insegnanti. Fermatevi, fermateli. Siamo i primi responsabili dei loro comportamenti, anche solo scegliendo di non vedere, di non commentare, di tacere. Siamo tutti colpevoli.
Tonia Zito
Titolo: Ho ucciso Bambi
Autore: Carla Cucchiarelli
Anno: 2012
Editore: 0111 Edizioni
ISBN: 978 8863074505