Le recensioni di Connessioni Letterarie
Un passato da timido, una carriera da impacciato sentimentale, una ferita d’amore da dimenticare sono gli elementi che portano il protagonista di Astenersi perditempo a preferire, per tutelare il cuore, una serie interminabile di appuntamenti al buio al posto di una relazione stabile. Per la precisione 700 in quindici anni, in pratica uno alla settimana. 700 incontri, tutti con lo stesso rituale: prima l’agenzia matrimoniale, l’annuncio su riviste o l’aggancio in chat sui tanti social network, poi l’attesa a ogni vigilia, che l’adrenalina faccia assaporare sempre un gusto particolare e mai uguale all’altro di donna. L’unico rischio che il protagonista possa correre è quello di “bruciare” una serata, incontrandone una che, a pelle, non gli piacerà.
Si susseguono nel testo le confessioni di un “tombeur de femme”, i suoi trucchi, i suoi istinti pruriginosi, le sue scoperte sul mondo femminile.
La voglia di perdersi nel piacere del sesso è il desiderio di curare l’anima, come se ogni rapporto sessuale potesse lenire una ferita, allontanare lo spettro di qualcuno che ci ha rifiutati, che non ci ha apprezzato, perché l’amore, pur essendo la cosa che più desideriamo avere e che più desideriamo dare, è contemporaneamente il sentimento che più facilmente ignoriamo e calpestiamo.
Ogni chilometro che ti lasci alle spalle, andando incontro al tuo ennesimo appuntamento al buio, si porta via molti “perché”, ai quali non hai mai saputo dare una risposta e che riaffiorano, ogni volta, insieme ai ricordi, alle perplessità e ai tormenti del sottile e perverso meccanismo che tesse i fili di questo vizio.
Sesso senza freni inibitori con donne che a stento si incontreranno una seconda volta, ma che per una notte coccoleranno il corpo e placheranno il male nell’anima.
Astenersi perditempo, edito dalla Giraldi edizioni, è un testo mordace, spiritoso, autentico, dove Gianni Santoro, giornalista e pubblicista milanese, racconta le possibilità del sesso e dell’amore ai tempi delle chat, ma soprattutto le derive del cuore.
Maria Mancusi