Omaggio a Tom Jobin
Lo scorso 10 giugno qui in Casina Pompeiana venne presentata, nella traduzione in italiano a cura dell’amico Salvatore Solimeno, la biografia di un grande della musica brasiliana, Antonio Carlos Jobim, scritta da Sérgio Cabral.
Da questo evento si sviluppò un interessante approfondimento sulle ‘somiglianze’ fra le armonie della canzone napoletana, della bossanova e del blues… giungendo alla simpatica conclusione che alla base delle diverse melodie esiste un sentimento comune, intraducibile in italiano, che è “‘a pucundria” “a saudade” “the blues”… tradurre o spiegare a qualcuno il significato, comune, di queste parole è impossibile… la verità è che non possono essere né tradotte né spiegate, e bisogna limitarsi solo ad ascoltare il loro suono nel quale è racchiuso uno stato d’animo complesso e malinconico, una sorta di apatia nostalgica con quella sensazione devastante di mancanza… un qualcosa di molto più complesso ed intricato della tristezza. Questa premessa solo per far comprendere come il concerto di questa sera lunedì 21 novembre al Palapartenope ci coinvolga emozionalmente in quanto il Trio Morelenbaum (ma è veramente un trio?) ci sembra esplichi perfettamente tutto quello su cui si è riflettuto anche alla luce della considerazione che avendo gli artisti costituenti la band suonato con il Maestro hanno potuto recepire e far propri i sentimenti di cui Jobim è stato ambasciatore nel mondo.