S La nave di Teseo di Doug Horst e J.J. Abrams, sviluppato a quattro mani dal Docente di scrittura creativa dell’Università del Texas e dal regista di Lost, è il libro cartaceo più innovativo della letteratura cartacea dell’anno appena passato. Si tratta di una vera e propria esperienza multisensoriale caratterizzato dalla presenza di note al margine, fotografie, bigliettini e sorprese in ogni pagina. Un libro che cattura l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina raccontando una storia che si sviluppa a strati attraverso rimandi, citazioni di libri mai scritti, riferimenti ad autori inesistenti.
Il titolo del romanzo si riferisce a un libro inesistente scritto da un romanziere europeo di inizio Novecento V.M. Straka e pubblicato nel 1949 a cura di uno studioso immaginario e discutibile F. X. Caldeira. Si racconta di un uomo che viene misteriosamente rapito e portato su una nave popolata da marinai che parlano una strana lingua creola e sono destinati chissà dove.
Ai margini della carta stampata, nelle note scritte a matita e a pennarello, in strappi di giornali, fotografie e cartoline allegate al testo si sviluppa una storia parallela. Quella di due giovani studenti, un ex dottorando di ricerca e una laureanda che uniti da un’amore viscerale per l’autore si scambiano commenti e considerazioni che presto diventano una vera e propria indagine su chi era realmente l’autore dell’opera e chi sono i lettori che lo sostengono.
Un romanzo nel romanzo, un viaggio nella magia della scrittura, un atto d’amore verso il potere immaginifico delle parole. Un testo sperimentale che crea livelli diversi di narrazione attraverso la presenza di un ipertesto analogico.
Tonia Zito