Il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana, durante la dittatura di Rafael Leonidas Trujillo, furono brutalmente assasinate tre donne, las “Hermanas Mirabal” per essere colpevoli di voler cambiare il mondo in cui vivevano opponendosi al regime dittatoriale che tenne la Repubblica Dominicana nel caos per oltre trent’anni.
Le sorelle furono bloccate per strada dal Servizio di Informazione militare che, dopo averle condotte in un luogo appartato, le torturarono, massacrarono e strangolarono per poi gettarle in un precipizio a bordo della loro auto per simulare un incidente.
L’assassinio brutale delle sorelle Mirabal è diventato l’emblema della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, indetta dalle Nazioni Unite nel 1999, per ricordare tutte quelle donne che, come le sorelle Mirabal, subiscono violenza.
Sebbene nel corso degli anni ci siano stati molti progressi nelle politiche nazionali per tentare di ridurre le violenze sulle donne, l’ONU evidenzia che ci sono più di cento paesi privi di una legislazione specifica per combattere questo triste fenomeno e che, purtroppo, oltre il 70% delle donne nel mondo ha subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale da parte degli uomini.
Nascosta da un’apparente libertà e autodeterminazione la vita delle donne per molti versi è rimasta ancora la stessa di mezzo secolo fa.
Ci sono ancora le differenze salariali e occupazionali, le dimissioni in bianco, il lavoro nero, il mobing, il licenziamento per dolce attesa. Persiste ancora in alcuni uomini l’idea che la donna in una relazione sentimentale debba essere controllata, limitata, subordinata. Da questa mentalità nasce una violenza psicologica e fisica che troppo spesso si traduce in un vero e proprio femminicidio.
Per combattere efficacemente la violenza di genere è necessario agire a livello culturale mobilitando la scuola, la società civile, la cittadinanza scardinando il retaggio maschilista ancora presente nelle nostre società, dichiarando guerra alla discriminazione di genere nei media, nelle scuole, nelle famiglie, costruendo reti di solidarietà intorno alle donne in difficoltà.
Numerose le iniziative diffuse in tutta Italia per sostenere questa giornata: convegni, spettacoli teatrali, recital di poesie, flash mob, proiezioni cinematografiche, mostre fotografiche per ricordare gli stupri, gli abusi domestici, le discriminazioni sessuali sul lavoro, le violenze che troppo spesso sono la prima causa di morte per molte donne.
Tra le tante iniziative proposte ne segnaliamo alcune.
Napoli partecipa con uno spettacolo dedicato a Franca Rame al teatro San Carlo per ricordare una donna che, attraverso un toccante monologo, ha raccontato la violenza subita negli anni Settanta.
A Roma la giornata verrà celebrata con la poesia, con un recital della poetessa Mariangela Gualtieri al Palazzo delle Esposizioni a cura del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
A Firenze in piazza Santissima Annunziata, ci sarà invece il flash-mob ‘Basta alla violenza contro le donne’ promosso dall’azienda regionale per il diritto allo studio, in collaborazione con Angela Torriani Evangelisti Duccio Scheggi e il flash mob writing nel palazzo comunale per permettere a chiunque di scrivere pensieri contro la violenza sulle donne.
A Milano la giornata sarà celebrata attraverso convegni, incontri letterari, flash mob.
Noi vogliamo celebrarla così.
Ballata delle donne di Edoardo Sanguineti
Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia.
Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.
Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.
Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.
Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano.
Tonia Zito
Immagine di Cutteroz